Secondo i dati recentemente resi noti dall’Istituto di Statistica turco Türkstat, nei primi otto mesi del 2011 l’interscambio della Turchia con il resto del mondo ha sfiorato i 249 miliardi di dollari, con esportazioni pari a 88,73 miliardi (+21,87% rispetto allo stesso periodo del 2010) e importazioni per un valore totale di 160,11 miliardi (+39,34%). Il disavanzo della bilancia commerciale nei primi otto mesi dell’anno è quindi pari a 71,38 miliardi di dollari (+69,5% rispetto al 2010), con una percentuale di copertura delle importazioni da parte delle esportazioni che va peggiorando (55,4% rispetto al 63,4% del 2010). A pesare sul disavanzo commerciale turco sono soprattutto, per il solo mese di agosto, le importazioni di idrocarburi (4,37 miliardi di dollari), di caldaie e apparecchi meccanici (2,18 miliardi), e di macchine utensili (1,34 miliardi), mentre le esportazioni turche sono costituite principalmente da autoveicoli (1,03 miliardi di dollari), caldaie e apparecchi meccanici (2,18 miliardi di dollari), ferro e acciaio (846 milioni di dollari). L’Italia, nel periodo in considerazione, si è confermata al quarto posto tra i partner commerciali della Turchia, con un interscambio di 14,84 miliardi di dollari. Con 9,34 miliardi di dollari di esportazioni, l’Italia è il quinto fornitore turco, mentre le esportazioni verso l’Italia ammontano a 5,5 miliardi di dollari facendo del nostro Paese il secondo mercato di sbocco delle merci turche (subito seguito dal Regno Unito). Il saldo è positivo per l’Italia ed è pari a circa 3,88 miliardi di dollari. Il primo partner commerciale restala Germania(con 24,99 miliardi di dollari di interscambio), seguita da Russia (18,49 miliardi, costituiti per lo più da importazioni energetiche), Cina (16,22 miliardi), Italia (14,84 miliardi) e Stati Uniti (14,01 miliardi). Nei primi otto mesi dell’anno la quota di esportazioni turche destinate ai Paesi UE è stata del 47,5% (rispetto al 45,8 dello stesso periodo del 2010), mentre le importazioni provenienti dai Paesi UE sono ammontate al 38,5% (38,6 nel 2010).
Istanbul tra le mete preferite degli investitori nel settore alberghiero
Secondo un recente rapporto predisposto dell’Associazione turca degli Investitori ed Albergatori Turistici (TÜROB), Istanbul si sta affermando come destinazione tra le più attraenti per gli investimenti nel settore alberghiero internazionale. Una molteplicità di fattori sarebbero alla base di questo fenomeno: innanzitutto l’intenso afflusso turistico, rafforzato anche dalla scelta di numerose imprese multinazionali di posizionarvi il proprio quartiere generale; un sempre più marcato interesse ad organizzarvi congressi e conferenze e, non ultima, la decisione del Governo turco di trasformare la città in un grande centro finanziario. Nel rapporto si dice anche che la megalopoli sul Bosforo dovrebbe, entro due anni, passare dall’attuale capacità ricettiva di 64.400 letti, che ormai non soddisfano più la crescente domanda turistica, alle 100.000 unità. Dal 2013 saranno infatti presenti nella città tutte le più grandi catene alberghiere internazionali. Sarebbero circa 100 i nuovi alberghi attualmente in costruzione, di cui almeno39 acinque stelle e21 aquattro, cui se ne aggiungono molti altri di diverse categorie. Le nuove strutture stanno sorgendo principalmente sulla sponda europea della megalopoli: sono infatti 74, contro i 26 del lato asiatico. A questo proposito, il Sindaco di Pendik (distretto del lato anatolico di Istanbul) ha ricordato come i crescenti bisogni della domanda turistica potranno trovare soluzione soltanto se verranno effettuati apprezzabili investimenti anche sulla parte asiatica della città, ed ha a questo proposito sottolineato la convenienza che potrebbe avere questo tipo di investimento se si tiene conto del forte divario dei prezzi medi per metro quadrato di terreno: sul lato asiatico si tratterebbe infatti di circa 1.000 euro a metro quadro a fronte dei 5/6.000 euro del lato europeo.